martedì, gennaio 10, 2006

La Velina


ROMA - Un'ora e un quarto ininterrotta di tv con un vistoso miglioramento di prestazione nella seconda parte: di gran lunga più brillante su Kakà che su Gnutti, più informato sulla malattia del padre di Cafu che sulle condizioni dei pensionati, più rispettoso della Juve che di Fassino.
Reduce da una mezz'ora di leggero disagio da Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni, i quali pure si sono gentilmente astenuti dal chiedergli conto dei 1800 euro con cui ha condonato cinque anni di evasione fiscale miliardaria, Silvio Berlusconi ospite de La7 ha fatto tre passi, ha cambiato studio e si è concesso un supplemento di quarantacinque minuti di godimento da Biscardi: "Il processo che preferisco", risate in studio.
Seduto accanto al conduttore nel posto solitamente occupato dalla velina con le tette Silvio Berlusconi l'ha egregiamente sostituita rispondendo a domande tipo "è utile essere presidente di una grande squadra" o anche "preferisce essere a capo del Milan o del governo" con una presenza scenica che rende giustizia alla profezia di Enzo Biagi: "Se avesse una puntina di tette farebbe anche la presentatrice". Fatto, come diceva un vecchio slogan.
"L'ho rapito", ha detto Biscardi. Passava davanti alla porta. Si è fatto rapire. Uscendo si vede non del tutto soddisfatto dai tempi dell'intervista con Ferrara-Armeni è passato senz'altro a dare la sua formazione ideale del Milan, "ho sempre pensato a Kafu e Serginho come difensori e al centro Maldini e Nesta, ma decide Ancelotti sarebbe assurdo che decidesse il presidente".
Questo è un lapsus perché non è più lui il presidente del Milan ma bisogna essere comprensivi, certi dettagli a volte sfuggono, non stiamo sempre lì a discutere di conflitto di interessi che tra l'altro nella trasmissione precedente ha appena dovuto spiegare: "Io dal conflitto di interessi sono sempre stato penalizzato, sono l'esempio vivente di come ci debba essere separazione tra politica e finanza. Ho rinunciato a Repubblica, all'Espresso, a 15 giornali locali, a Sky, ho dovuto vendere la Standa, una catena di giocattoli, Blockbuster, ho dovuto rinunciare a La Cinq. Ho persino paura a fare una telefonata alle mie tv".
Praticamente una catastrofe economica ma "sono stato ripagato" - e qui siamo già da Biscardi - "dalla soddisfazione di aver tenuto il paese nella sfera delle libertà. D'altra parte anche Galliani non ha mica vantaggi ad essere insieme presidente della Lega e del Milan: per esempio, non può mai protestare con gli arbitri". Per esempio. Altri applausi in studio.
Nel surreale corto circuito tra Unipol e passaggio di Vieri al Monaco, tra "quell'importante possessore di azioni Bnl che è venuto a chiedermi cosa fare" e quella volta che Moggi andò a ringraziarlo, fra i complimenti a Gnutti per l'Opa e quelli a Giraudo per il modo in cui fa tornare i conti alla Juve anche Berlusconi rimette in pari la sua serata: meno politica, per favore, e più pallone. "Il Milan mi diverte senz'altro più del governo, del resto".
Quindi: meglio il Milan a due punte che un governo a tre punte, "se gli italiani mi daranno il 51 per cento la prossima volta potrò decidere da solo", senza la zavorra degli alleati. Meglio stare nove punti sotto "la Juve dei miracoli" che "in leggero svantaggio nei sondaggi". Meglio annunciare l'imminente acquisto di un nuovo difensore, "ne ho parlato con Adriano", che l'avvio "senza un'ora di ritardo" dei lavori per la Tav, "i cantieri sono vuoti solo perché i macchinari arriveranno fra due mesi, partiremo appena arrivano" e vediamo se in Val di Susa dovrà di nuovo mandare la polizia alla carica su chi manifesta.
La parte più interessante della serata, a parte il piacere che ne avranno tratto i milanisti, è quella in cui Berlusconi spiega le ragioni della sua "nuova" strategia di presenza in tv: "E' che la realtà è molto diversa dalla percezione della realtà, io sono qui per spiegarlo". I poveri si percepiscono poveri ma non lo sono, lo dice l'Istat. Gli osservatori e gli analisti lo percepiscono come un imprenditore che si è arricchito ma si è invece impoverito. I giovani percepiscono il lavoro come precario ma invece è sicurissimo. Del resto le percezioni sono spesso fallaci.
Lui stesso, si è visto, si percepisce ancora presidente del Milan, percepisce la Rai come abitata solo da "giornalisti comunisti essendo sempre stata una casamatta del potere del Pci" (qui Armeni riesce a dirgli "semmai democristiana, quello che dice non sta ne in cielo ne in terra"), percepisce infine di non aver mai cacciato Biagi e Santoro dalla tv: lo ha fatto l'Authority, "io ho solo evitato di dare una spinta perché tornassero".
Chiarisce, infine, due questioni fondamentali: che "sull'assetto delle coop bisogna intervenire", capiremo presto come, e che effettivamente "la moviola sarebbe utile all'arbitro" ma in una materia così delicata non può decidere il presidente del Consiglio. "Dovete sapere che siamo in una repubblica parlamentare, le regole le stabilisce il Parlamento". Ecco sì, c'è questo intoppo. Peccato per la moviola. Peccato anche per la mancata domanda sul condono tombale che si è autoconcesso ma gliela farà di certo Vespa domani sera, sicuro.