martedì, dicembre 13, 2005

I Numeri di Bush


La guerra in Iraq ha provocato, finora, circa 30 mila morti iracheni e 2140 perdite militari americani: lo ha detto il presidente Usa George W. Bush, fornendo per la prima volta le cifre aggiornate, dall'intervento armato del marzo 2003.
Il presidente ha parlato a a Filadelfia, dove ha fatto un discorso, il terzo in 14 giorni, sulla "Strategia per la vittoria" in Iraq. Un intervento nel corso del quale ha avvertito che, anche dopo il voto politico del 15 dicembre, resterà, nel Paese, "un certo livello di violenza".
Per il resto, il numero uno della Casa Bianca ha affermato che i presunti casi di tortura su detenuti sunniti nelle prigioni segrete irachene sono ''inaccettabili'': "Coloro che hanno commesso questi crimini devono essere ritenuti responsabili'', ha detto. E poi ha invitato i sunnit a partecipare al voto politico iracheno di giovedì 15, e più in generale al processo democratico in corso nel Paese.
Non è mancato, come da copione, il passaggio sull'utilità e la necessità dell'intervento armato in Iraq: "L'invasione - ha dichiarato Bush - ha ridotto i pericoli di un attacco terroristico contro gli Stati Uniti". Ma - ha subito aggiunto - "non ci ha ancora reso sicuri".
Infine, un monito alla Siria, accusata di permettere ai terroristi stranieri di infiltrarsi in Iraq, attraverso il suo territorio