martedì, dicembre 06, 2005

Il Rimosso


Ho letto un bel titolo di apertura ieri su un quotidiano nazionale: “il rimosso”. Il giornale era il Manifesto, il rimosso Nicola Calipari. Sono alcuni giorni che il quotidiano sottolinea l’intenzione della procura di Roma a derubricare l’omicidio dell’agente del Sismi come “colposo, con eccesso di colposità nell’utilizzo delle armi” ma la notizia sembra non aver interessato altri direttori di testata.
Eppure, soprattutto dopo la perizia depositata dalla procura, dopo aver scritto nero su bianco che i militari americani hanno sparato per uccidere e non per fermare l’automobile sulla quale viaggiava il dirigente del Sismi e Giuliana Sgrena, rimane davvero difficile capire come un omicidio volontario si tramuti in colposo. Sempre secondo indiscrezioni provenienti da ambienti giudiziari, sembrerebbe che i pm Ionta, Saviotti e Amelio abbiano deciso di dare nome e cognome a chi ha aperto il fuoco quella notte: Mario Lozano.
Se così sarà, ci sono voluti nove lunghi mesi per togliere dal fascicolo la dicitura “ignoti” e scrivere un dato noto sin dall’inizio. Per essere chiari in sostanza l’omicidio colposo decreterebbe che Lozano ha sparato per imperizia e negligenza, senza intenzione di uccidere. Un bel coraggio! Sono state sparate tre raffiche contro la Toyota nella quale viaggiavano i due funzionari del Sismi e Giuliana Sgrena, 11 colpi hanno centrato la vettura, 10 hanno colpito l’abitacolo; uno solo ha raggiunto il motore ed è stato sparato per ultimo.
E ancora: l’avvocato Franco Coppi, legale della signora Calipari, che fino ad oggi non aveva rilasciato dichiarazioni, sottolinea che “l’eccesso colposo in uso legittimo delle armi riconosce comunque che chi ha sparato voleva uccidere gli occupanti della vettura”. La notizia dunque non era di secondo piano. Tuttavia nessuno ha scritto.
Per chi ha conosciuto Nicola Calipari e la sua famiglia non trovare cenno di tutto questo nelle cronache dei giornali italiani è stato come ricevere un pugno nello stomaco, come vedere morire Nicola una seconda volta, ucciso dal silenzio e dal disinteresse. E’ forse banale sottolineare quanto spazio giornali e televisioni dedichino alle controversie familiari di Al Bano e della signora Lecciso ? E’ banale contare quante righe sono state scritte su Lory Del Santo dopo la vittoria a “l’isola dei famosi”? O quante trasmissioni Bruno Vespa ha dedicato a Cogne ?
Gli italiani vogliono sapere: sono ormai centinaia le manifestazioni di solidarietà fatte per Nicola nelle piazze italiane, nessuna è andata deserta. L’attenzione della “gente comune” è inversamente proporzionale alle notizie. La voglia di verità e giustizia è condivisa dall’intero Paese.
Forse è arrivato il momento di fare un’ esame di coscienza: decidiamo di vendere qualche copia in meno o di perdere punti di share ma non affossiamo notizie che sempre più ci allontanano dalla legalità. L’Italia ne ha bisogno e anche noi. Accanto alle importanti sfide del Presidente Casini, alle autostrade in tilt a causa del maltempo sarebbe utile far conoscere gli effetti del fosforo bianco, i misteri del Nigergate e del sequestro della Cia a Milano, la verità sull’omicidio Calipari e su tanti altri fatti di cronaca. Ripartiamo dalle inchieste giornalistiche, solo così le ombre che stanno caratterizzando la storia recente del nostro Paese potranno essere cancellate. Strappiamo un poco di spazio per un pezzetto di verità: a volte può bastare un trafiletto su un quotidiano nazionale!

Roberta Serdoz

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

io non dimentico! come non dimentico la strage del CERMIS!
http://www.valdifiemme.it/comitato3febbraio/

2:26 PM  

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