martedì, dicembre 13, 2005

Tookie Deve Morire


A mezzanotte e un minuto di martedì (le 9.01 in Italia) nel carcere di San Quetin in California Stanley "Tookie" Williams morirà, ucciso da un'iniezione velenosa. Potrebbe essere lo scenario di un film, e c'è anche un attore vero ad aggiungere quel tanto di surreale a questa storia. Ma "Tookie" morirà davvero e Terminator-Schwarzenegger, negando la grazia, non recitava e probabilmente pensava ai suoi elettori repubblicani che gli stanno voltanto le spalle. La storia di "Tookie", un nero condannato per quattro omicidi, diventato dietro le sbarre un predicatore della non violenza, autore di molti libri per bambini, ha mobilitato l'America dei diritti civili, ma senza risultato.
Arnold Schwarzenegger non perdona e mette la firma sulla morte di un detenuto diventato negli ultimi anni un'icona della rinascita dietro le sbarre. Con una decisione rinviata fino a poche ore dall'appuntamento con il boia, il governatore della California ha negato la grazia e la possibilità del carcere a vita per Stanley Tookie Williams, rifiutandosi di fermare l'iter per l'iniezione letale. Un «no» che Schwarzy ha pronunciato non solo contro Williams. Il governatore ha chiuso la porta in faccia anche alle 50.000 persone che avevano firmato una petizione a sostegno della grazia per un detenuto che, da fondatore della gang dei Crips, si era trasformato in scrittore di libri per bambini. Schwarzy ha detto «no» ai suoi ex colleghi di Hollywood, scesi in campo in forze - da Jamie Foxx a Snoop Dogg e Bianca Jagger - per cercare di salvare “Tookie”. E l'attore prestato alla politica ha in qualche modo anche rifiutato di raccogliere l'eredità di un suo predecessore celebre, Ronald Reagan, anche lui un prodotto di Hollywood, che nel 1967 è stato l'ultimo governatore della California a concedere la grazia a un condannato a morte. Negli appelli finali, i difensori hanno fatto riferimento anche ai racconti di un ex detenuto di Los Angeles, Gordon Bradbury von Ellerman, che si è fatto avanti nel fine settimana sostenendo di aver visto la polizia addestrare e fornire illegalmente rapporti investigativi a un suo compagno di cella, George Oglesby, che è stato poi un teste nel processo contro Williams. Von Ellerman ha detto di essersi deciso a parlare solo ora perchè si sarebbe reso conto adesso che Oglesby era coinvolto nella vicenda di Williams. Una testimonianza arrivata fuori tempo massimo.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

ancora un omicidio!
gli stati uniti d'america ancora una volta assassini! stato omicida!

11:38 AM  

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