giovedì, febbraio 16, 2006

Modernita' Cinese


Il Governo cinese intende creare un vero e proprio registro pubblico dei siti Internet per controllarli in maniera più efficace.
L’allarme viene lanciato dall’associazione francese Reporters Sans Frontières (RSF), che precisa come i portali e i blog che non procederanno alla registrazione saranno dichiarati illegali e pertanto chiusi. La decisione delle autorità di Pechino sembra quindi inserirsi nella scia dei vari provvedimenti presi allo scopo di imbavagliare la libertà di espressione in Rete.
Finora, ogni sito cinese aveva il dovere di non pubblicare notizie sgradite al Governo e di monitorare le chat e le altre aree del portale alla ricerca di pubblicazioni "politicamente scorrette" da eliminare. A marzo, tuttavia, è stato introdotto l’obbligo di segnalare i siti a un pubblico registro entro il prossimo 30 giugno. "Il programma è molto preoccupante, tanto più che il Governo cinese ha rivelato di essere in possesso di un nuovo sistema per monitorare i siti in tempo reale e spegnere quelli che non si conformano alla nuova normativa", dichiara l’associazione RSF all’agenzia di stampa Reuters. Secondo i dati ufficiali, tre quarti dei siti cinesi si sarebbero già registrati.
Secondo gli esperti, la Cina è il Paese in cui è più forte la censura su Internet: le autorità, infatti, avrebbero assoldato migliaia di poliziotti e cittadini privati per controllare i contenuti online. Ma tutto questo non ha impedito la nascita di forme di libertà di espressione e di parola. Con la nuova normativa, però, le autorità sperano di spingere la maggior parte dei siti sgraditi a migrare all’estero, dove diventeranno irraggiungibili per i cittadini a causa del sistema di filtraggio cinese. Pechino, infatti, impedisce alla popolazione di accedere ad alcune pagine web straniere, tra cui alcuni siti gestiti da dissidenti in esilio.