sabato, giugno 16, 2007

Grindhouse - Death Proof


Del progetto si è detto ormai tutto: che si ispira a un certo tipo di sale in voga negli Stati Uniti, che nasce come film a quattro mani ma in Italia verrà diviso in due tranche e quant'altro, ma la visione regala ancora altre sorprese, magari non eclatanti ma spassose senz'altro. In attesa di Rodriguez e dei suoi zombi, assistiamo al 'Road Killer Movie' firmato dal suddetto suo compare, per l'ennesima volta capace di tradurre le proprie suggestioni e amori di gioventù in linguaggi e forme capaci di trasportare anche il pubblico piu' moderno in pieghe temporali impreviste... Una presentazione delle prime vittime del nostro, stile 'B-horror'(tante chiacchiere 'girlish' e disinibite ragazzotte in hot pants), inizia l'inganno. Siamo nel nostro solito mondo, ma ce ne accorgiamo solo quando vuole lui. Pettinature, automobili, provincia sembrano quelle di qualche decennio fa, tanto ammirate in centinaia di telefilm americani.
Un pò troppo tirata per le lunghe forse, ma tutto è perdonato con l'arrivo di Stuntman Mike, un Kurt Russel gigione e affascinante, come non era da tanto tempo (e questo forse facilita l'illusione), coperto di cicatrici ma refrattario all'alcool pur se abituale frequentatore del bar di Warren - lo stesso Quentin (che tornerà in un cameo anche nell'episodio di Rodriguez) che si concede la vanità di essere 'obbedito quando comanda'. É lui, Mike, il protagonista di questa prima tranche, anch'essa divisa in due parti - abbastanza esplicitamente con un 'bieco trucco' di un montaggio, fatto di pellicola rovinata e sonoro saltellante - e anch'essa scusa per citazioni ed omaggi piu' o meno scoperti, piu' o meno tarantiniani. Dai più espliciti "Punto Zero" e "Zozza Mary Pazzo Gary" o ricordi cinefili e poster di ogni tipo fino al tema di "Kill Bill" o una ripresa in un ristorante che replica perfettamente la scena iniziale de "Le iene".
Un film che nasce dalla volontà di realizzare un omaggio, di rivivere una nostalgia e di divertirsi con gli orfani di quel mondo non puo' esser letto secondo canoni diversi da questi. Il gioco continua, come anche le citazioni e i rimandi, a generi e tempi andati, richiamati piu' di una volta da musichette e jingle da telefilm americani, a sottolineare momenti classici di quei prodotti, in una colonna sonora che paga piu' di un debito alla tradizione poliziottesca italiana tanto amata dal regista di Knoxville,Tennessee. Un gioco che ha anche i suoi 'nemici'(nessuna pieta' per la povera Angelina) e che pur meno Action e meno Gore del previsto (ma non e' finita qui! ricordatevelo...)

Fonte: 35mm

2 Comments:

Blogger Unknown said...

Ho scaricato Grindhouse anche se mi dicevano non fosse un granchè...
Non mi è dispiaciuto dai... però non ho ancora finito di vederlo... vale lo stesso? o dovrei dire "non mi sta dispiacendo"?
Boh... lessico a parte... pur non essendo sui livelli di Pulp Fiction si lascia guardare... anzi...
si sta lasciando guardare...
vado a finirlo va...

11:53 PM  
Blogger sergio said...

Si vale la pena. A me non e' dispiaciuto...ecco non si puo' dire che mi sia piaciuto!!!

11:34 AM  

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