venerdì, ottobre 13, 2006

La Pecora Nera


Un libro, e uno spettacolo teatrale, frutto di quasi quattro anni di ricerca, nei quali Ascanio Celestini ha ascoltato e raccolto in giro per l’Italia storie di manicomi. Attraverso le testimonianze e le memorie di infermieri, medici e pazienti, Celestini si è reso conto non solo che l’istituzione manicomiale è di fatto ancora attiva, ma soprattutto che le angosce e le paure dei «matti» sono ben vive dentro ognuno di noi. Ed è per questo che le storie fantasmagoriche che vengono raccontate in questo libro sanno commuoverci e divertirci. «Io sono morto quest’anno»: inizia cosí il racconto, nel punto in cui il protagonista ricorda la sua vita: la nonna che raccoglie le uova da portare alla maestra, l’amore puro e innocente per la bellissima Marinella, il capodanno del 1960, le canzonette e i miraggi degli anni del boom, il progressivo distacco dalla normalità dei compagni di scuola e il graduale ingresso nell’«istituto»: si leggono, ridendo con dolorosa intensità, le stazioni della sua discesa nell’inferno magico della follia.

"Raccolgo memorie di chi ha conosciuto il manicomio un po’ come facevano i geografi del passato. Questi antichi scienziati chiedevano ai marinai di raccontargli com’era fatta un’isola, chiedevano a un commerciante di spezie o di tappeti com’era una strada verso l’Oriente o attraverso l’Africa. Dai racconti che ascoltavano cercavano di disegnare delle carte geografiche. Ne venivano fuori carte che spesso erano inesatte, ma erano anche piene dello sguardo di chi i luoghi li aveva conosciuti attraversandoli.
Così io ascolto le storie di chi ha viaggiato attraverso il manicomio non per costruire una storia oggettiva, ma per restituire la freschezza del racconto e l’imprecisione dello sguardo soggettivo, la meraviglia dell’immaginazione e la concretezza delle paure che accompagnano un viaggio."

Ascanio Celestini